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IL DENTE DI CANE, UN GIGLIO A PRIMAVERA

E’ marzo, in questi giorni i castagneti si stanno risvegliando dal lungo inverno...

 

Anche se di inverno se n'è visto poco quest'anno, è vero.

 

...E i primi fiori colorano qua e là le tinte smorte delle foglie.

 

A parte le colorate e pompose primule, con i loro bei cuscini gialli e verdi, altre specie sono veramente poco appariscenti.

 

 

Eppure interessanti. Come il dente di cane, una piccola liliacea rosa, imprevedibile perché sboccia in mezzo alle foglie secche, è visibile pochi giorni e poi sparisce nel momento in cui la vegetazione ritorna a ricoprire il terreno.

Mi ha sempre affascinato, questo fiore, forse perché è uno dei primi, certo.

 

Ma anche per la sua forma, per il fatto che si cela, piegato all'ingiù, non mostra il suo cuore, ma pretende che ci si chini al suo livello per poterlo apprezzare.

 

Una liliacea ha sei petali, sei stami e un pistillo, in questo caso diviso in tre camere. Simmetria perfetta. Anche questo aspetto mi ha sempre affascinato nei fiori. La loro perfezione geometrica.

 

Foto xulescu_g - Creative Commons

In latino è chiamato Erythronium dens-canis, ovvero, da Wikipedia: Il nome generico fa riferimento al colore del fiore che normalmente è rosato (Erythros=rosso), mentre il nome specifico (dens-canis) ha una etimologia molto semplice: il bulbo a forma acuminata ricorda il dente di un cane. 

Foto Swallowtail Garden Seeds - Creative Commons

Interessante anche questo, no? Un dente di cane rosato. In mezzo al bosco. Certo la fantasia di Linneo si riferiva sempre a cose della natura.

 

 

Un fiore che nasce a marzo, fra i primi appunto, prima ancora che le foglie degli alberi ricoprano d’ombra il terreno.

 

Perché il dente di cane ha bisogno di luce per fiorire, però teme il forte calore e la siccità, per questo cresce soprattutto nei boschi ombrosi o nei versanti a settentrione, all’”ubac” diremmo qui da noi.

 

Perciò quando farà caldo sarà protetto dall'ombra del bosco o dai grandi castagni da frutto.

Foto xulescu_g - Creative Commons

Credo che i primi ad approfittare di lui siano i bombi, già attivi e alla ricerca di cibo e di un luogo dove installare la colonia.

 

Vengono attirati dal suo profumo e dalla sua forma stellata, che disegna un bersaglio ben preciso: il suo apparato riproduttivo.

 

Guarda ilo disegno dei petali intorno agli stami: una sfumatura gialla che entra direttamente nel cuore del fiore... Stupenda la natura, capace di creare connubio fra bellezza e utilità.

 

 

 

Foto xulescu_g - Creative Commons

Un piccolo fiore, un insetto. La chiave della nostra stessa esistenza qui sulla Terra. Senza fiori e senza alberi non avremmo ossigeno, senza insetti non avremmo fiori.

 

Banale. Eppure grandioso. Il piccolo che è alla base di tutto, anche del grande e del presuntuoso, oserei dire.

Foto Benjamin Watson- Creative Commons

E qui mi fermo. Pensando. Osservando questo bellissimo fiore che nutre e genera vita. Per sé e per altri, senza saperlo.

 

Un essere che apparentemente non fa nulla. Cresce, sboccia, attende. Si riproduce perché ha saputo essere, ha saputo conquistarsi un piccolo, insignificante spazio nell'universo.

 

E lo fa da molto tempo, molto prima che noi, piccoli esseri umani, sapessimo cosa fosse il mondo.

 

 

Foto Bjorn S...- Creative Commons



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Luca

 


foto Laurent Carré 2014

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Luca Francesco Maria Giraudo

 

Ornitologo - International Mountain Leader - Accompagnateur en Montagne BE France - Accompagnatore  Naturalistico Regione Piemonte - Accompagnatore Turistico - Istruttore nazionale Nordic Walking SINW

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 Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2024