Ringrazio innanzitutto Marisa Odetto e Bruno Mora per avermi concesso alcune delle fotografie che ho inserito
“Tiu tiu tiu” “tiu tiu tiu”. Nel bosco echeggia un canto monotono eppure schioccante, proviene dalle chiome dei castagni, sopra di me.
Come non riconoscerlo! E’ lui, il mio amico muratore! Ah! È sempre un piacere sapere che è in giro. Mi ricorda sempre quando ero sotto esami, stavo passando il concorso da guardiaparco, era marzo e lui cantava nel bosco. Era uno dei primi a cantare, come lo è ancora adesso.
E poi mi piace perché è bello, e basta. Slanciato, il becco conico lungo, i colori caldi marroni insieme al bianco, al grigio e al nero. Che stupendo piumaggio. Grigio sopra e rosso mattone e bianco sotto. Il sottocoda poi è un’opera d’arte.
E quella banda nera sull’occhio, lo fa sembrare un bandito. In parte un po’ lo è, quando arriva sulla mangiatoia e fa
fuggire tutti gli altri, anche le spavalde cinciallegre. D’altronde è un po’ più grosso e ha un becco lungo così.
Foto Airwolfhound - Creative Commons
Già, il muratore.
La nostra fantasia a volte è limitata, ma è anche vero che il nostro in effetti qualcosa costruisce. In particolare sa adattare un foro più grande, riducendone l’apertura utilizzando fango e saliva; la stessa tecnica che usano gli Irundinidi, rondini e balestrucci appunto. Eppure mai nessuno ha chiamato una rondine “muratrice”.
Foto Hubiug - Creative Commons
Foto Steve K - Creative Commons
E quindi il picchio nostro costruisce e ringrazia, ad esempio, il picchio rosso maggiore, che di nidi ne fa una serie, ogni anno. E che poi abbandona e così li rende disponibili per altre specie.
La storia del picchio rosso è un’altra di quelle da raccontare, senza di lui altre specie sarebbe in difficoltà, e invece così possono approfittare e colonizzare boschi anche marginali.
Foto di Bruno Mora
Dunque il nido del picchio muratore è all’interno di una cavità. Può essere anche un buco di un muro, ma in genere è in un albero, dove i pulcini rimangono al sicuro finché non si involano.
Gli adulti in questo momento dell’anno hanno stabilito i loro legami di coppia e le femmine staranno già deponendo e covando. In effetti canta presto anche perché inizia presto a riprodursi.
Foto Frank Vrassen - Creative Commons
“Tciock tciock” “tciock tciock tciock” fa, mentre a piccoli balzi sale lungo la corteccia del grande albero. Se poi arriva un intruso, non ci mette un attimo per volargli incontro e scacciarlo. È molto territoriale e individualista e preferisce mantenere le distanze. In questo modo sa che potrà avere le risorse per portare avanti la famiglia fino all’involo.
La coda è uno dei suoi strumenti di comunicazione. Se chiusa è nascosta dalle copritrici e non è particolarmente lunga. Ma ecco che la dispiega e una collana di perle bianche incastonate in una banda nera emerge ben visibile. Come un ventaglio, la apre, la chiude ritmicamente: “Stai alla larga!”, oppure “Questo è cibo per me”, o, ali e coda spiegate e vibrate accompagnate da stridii e schiocchi “Attento, questo è il mio nido”, se l’intruso è un potenziale predatore dei pulcini.
Foto J.D. Echenard - Creative Commons
C’è poi un’altra storia che bisogna raccontare. Il picchio muratore non è un picchio. Sì, è vero, lo si sente spesso colpire i semi più duri per romperne il guscio, conficcandoli nelle fessure della corteccia, non per niente gli Inglesi lo chiamano “apritore di noci”. Ma anche la cinciallegra fa lo stesso, quando tiene un seme di girasole fra le zampe.
Foto di Bruno Mora
Ma lui, con quel suo becco lungo e conico ci trae in inganno. Non è comunque un picchio. Ha la siringe, l’organo fonetico che gli permette di esprimere il suo articolato repertorio canoro, e non ha la lingua conica ed estraibile. Di questo ne parleremo meglio quando ci interesseremo ai picchi, quelli veri intendo.
Foto di Bruno Mora
Un animale dalla vita un po’ particolare, se vogliamo. Vive praticamente sempre sugli alberi, è uno dei pochi che sa scendere a testa in giù la verticalità dei tronchi, trova semi e insetti fra le fronde o nelle fessure della corteccia e per questo preferisce alberi grandi e vecchi.
Il nido è sempre in una cavità, sia essa naturale o costruita dall'uomo.
I giovani in autunno sono in genere meno colorati degli adulti
Dunque non è un vero muratore, non è un vero picchio. Un bandito, sotto mentite spoglie. Ma no, siamo sempre noi che dobbiamo ricondurre le cose alla nostra limitata esperienza. D’altronde non abbiamo inventato nulla che gli uccelli non avessero già inventanto milioni di anni prima di noi.
“Tzzii tizzzi tizzzi”, irritato dalla presenza di un rivale, il nostro “picchio” fa parte del genere Sitta, al quale vengono ascritti altri passeriformi distribuiti soprattutto fra l’Europa, il Nord Africa e l’Asia, più qualche specie in America settentrionale.
Sittidae.svg: L. Shyamalderivative work: Totodu74 / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)
Nel 1758 Linneo gli diede il nome Sitta europaea, dal greco “sitte”, ovvero specie di picchio, “che assomiglia a”, e che vive in molta parte del nostro continente.
La maggior parte delle specie appartenenti al genere Sitta sono arboricole o rupicole, alcune sono assolutamente rare e localizzate, perché poco inclini alla migrazione. Tutte si assomigliano moltissimo, segno che il loro progenitore aveva già raggiunto un buon adattamento morfologico e biologico alle foreste.
Foto di Bruno Mora scattata in Polonia.
Sitta europaea europaea
Si notano il sottogola e il petto più bianchi della sottospecie presente in Italia (S. e. caesia)
Insomma, il picchio muratore europeo è una specie di successo, intelligente, certamente, adattabile e… unica. Unica perché si riconosce facilmente dal canto e perché non ce ne sono altre che le assomigliano, non qui in Italia. Unica anche nella sua bellezza. Un piccolo e vivace bandito del bosco. Unico.
Foto Roland Brossy - Creative Commons
Se vuoi approfondire l’argomento posso consigliarti alcuni libri per appassionati:
B. Caula, P. Beraudo, M. Pettavino. Gli uccelli delle Alpi. Blu edizioni 2014
B. Caula, P. Beraudo. Ornitologia Cuneese. Primalpe 2014
P. Brichetti, G. Fracasso. Ornitologia Italiana volume 5. Oasi Alberto Perdisa 2008
Qualche video? Eccone alcuni
https://www.youtube.com/watch?v=tUw7UCQPNEU
https://www.youtube.com/watch?v=06OwdiTp-d8
Ti piacciono i canti?
Vai allora su: https://www.xeno-canto.org/species/Sitta-europaea
e ascolta i canti e i versi registrati in tutta Europa.
E sulla rete cosa si può trovare?
https://it.wikipedia.org/wiki/Sitta_europaea
https://it.wikipedia.org/wiki/Sitta
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