Sono appena tornato da un viaggio, una "vacanza" potrei quasi definirla, in Sardegna.
Una settimana trascorsa a perlustrare e scoprire luoghi e panorami per me insoliti oppure ambienti quasi familiari perchè simili ad altri già visti .
Sono andato alla ricerca della grande ricchezza faunistica che l'Italia ospita e anche alla ricerca della bellezza, che in quest'isola non manca di certo.
Spero in questi pochi scatti di renderle omaggio, in attesa di poterci andare insieme.
Linee e piani si affiancano in questa prospettiva, le barche rompono lo specchio marino e sembrano galleggiare sulla propria ombra.
E' mare ma non si direbbe, sono nuvole ma paiono un sipario, è terra ma sembra una lama che taglia in due l'orizzonte.
Piccole linee arancioni contrastano le sfumature degli azzurri.
Sant'Antioco, 3 gennaio.
Se c'è una specie onnipresente in tutte le zone umide della Sardegna, questa è senz'altro il fenicottero.
Ricordi dei primi anni di passione ornitologica... allora era segnalavato come raro e localizzato a Molentargius, oggi è dappertutto e con la sua eleganza e i suoi borbottii riempie di colori e di suoni le lagune.
Il pugnale della garzetta è pronto a colpire, l'occhio è vigile a cogliere ogni piccolo movimento nell'acqua bassa.
Il candore del piumaggio è meno visibile dal basso, non contrasta con il cielo e questo favorisce il predatore rispetto alla preda.
Il falco pescatore sembra accigliato, come se qualcosa gli fosse andato storto.
Ma non è così, perchè qui a Mistras la pesca è proficua e spesso lo si osserva con un grande cefalo negli artigli.
Il piccolo e discreto strillozzo testimonia con le sue esingenze che la Sardegna ha molti ambienti ancora integri e diversificati.
Lo si osserva sovente sul filo spinato o sugli arbusti, si percepisce il suo breve verso "prr", "prr".
Socievoli e rumorose, le taccole affollano la sommità del nuraghe.
Abitatrici della Sardegna ben prima degli umani, anche delle più antiche culture che si sono insediate.
Antico in Sardegna vuole dire tante cose.
Dall'enigmatica civiltà nuragica, alle prime comunità paleocristiane.
Qui a Silanus sono passati secoli di storia, uno a fianco all'altro, uno sovrapposto all'altro, in un mosaico di cui oggi fatichiamo a comporre i pezzi.
Ma che rimane per questo affascinante e intrigante.
La luce limpida del Mediterraneo accende i colori pastello delle case di Bosa, semplici e lineari, si incastrano fra il blu del mare e del cielo, fra i grigi dei graniti e i rossi dei tetti.
Il bello è sovente nelle cose semplici, nell'essenzialità dettata da risorse limitate, ma utilizzate con maestria.
Arte e storia viaggiano a braccetto e a Bosa, nella chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos.
Straordinari gli affreschi del XIV secolo, intensi nella loro semplicità, eloquenti nelle forme e nei colori.
Ciò che resta del ponte romano sulla laguna di Calik, ad Alghero, ancora utilizzato in epoca medioevale, non lascia immaginare che sia stato l'uomo del '900 a demolire la sua bellezza durante i lavori delle bonifiche degli anni '30.
Una falesia calcarea domina il Lago di Temmo, il piccolo paese di Monteleone si scorge dal lato meno scosceso dell'altopiano.
Il lago dona qui un limite alle rocce e alla foresta, il cielo è mosso dalle forme delle nuvole, dalle loro ombre e dai varchi di cielo.
Il paesaggio è completo, si potrebbe dire perfetto.
Dalle pendici del Monte Minerva si scorge un altopiano movimentato, dove i tavolati piatti di rocce vulcaniche cadono nelle ampie valli, ormai all'ombra della sera.
Su tutto sovrasta questa bellissima nuvola, dà un senso di potenza, esprime nel silenzio delle sue forme la forza della natura.
Scogli erosi dal mare. Il blu del Mediterraneo, calmo e senza onde, non lascia trasparire la forza demolitrice delle onde.
Eppure qui a Capo Caccia ciò che resta della vita di miliardi e miliardi di organismi marini, sedimentatasi nelle ere geologiche, viene sbriciolata a ogni tempesta.
Un giorno, per noi lontano, non esisterà più questo panorama e, forse, un po' ci dispiace pensarlo.
Un mostro pietrificato è rimasto a guardia di questo fiordo, l'asprezza delle rocce granitiche contrasta con la piatta e immobile superficie del mare, l'accostamento di colori riempie gli occhi di ammirazione.
E' la natura che è bella, oppure sono i nostri occhi che la vedono così?
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