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7 domande alla ricerca.
Un numero magico, simbolico, per raccontare la realtà della ricerca naturalistica in Italia.
Partiamo insieme con questa rubrica, a cui tengo molto grazie ai miei trascorsi, alle persone che ho avuto la fortuna di conoscere, alle scoperte a cui ho potuto partecipare, se non in prima persona, da molto vicino.
Buona lettura, spero l'argomento sia per te interessante e stimolante.
Ciao Diego,
ti ringrazio innanzitutto per aver accettato il mio invito a parlare di ricerca in campo biologico e naturalistico.
In Italia parlare di ricerca significa navigare a volte fra l’eufemismo e la frustrazione, in tutti i campi, ma soprattutto nelle scienze naturali.
Non tanto per la qualità delle ricerche, anzi, piuttosto per i fondi e l’attenzione che ad essa vengono dedicati, sia da parte della politica, dell'amministrazione e dell’opinione pubblica.
Eppure sappiamo bene che senza ricerca non c’è conoscenza e progresso, nel senso di progredire nella comprensione del mondo.
Dal mio punto di vista, arrivando da anni di lavoro nella conservazione, dare voce a questo settore professionale e culturale significa contribuire, sebbene in piccola parte, a porre le basi di molte scelte di gestione del territorio, della salute e quindi del nostro futuro.
Dunque, siamo qui a parlarne, per questo avrei preparato 7 domande a cui ritengo sia interessante dare risposta.
1- Come sei arrivato a essere ricercatore nel campo delle scienze naturali? Qual'è l’iter normale per poterlo diventare?
Sono passato dalla laurea in Scienze Naturali al dottorato di ricerca, conseguiti entrambi all’Università di Pavia.
Ho ottenuto diversi assegni di ricerca e contratti prima di riuscire a vincere un concorso per ricercatore nel 2007, presso l’Università di Milano, dove lavoro tuttora come professore associato di Ecologia.
Di fatto, dalla laurea alla posizione come ricercatore sono trascorsi 7 anni, periodo di tempo durante il quale non ho comunque mai smesso di svolgere attività di ricerca.
Non credo esista un inter ‘normale’ per diventare ricercatore, soprattutto nel campo delle scienze naturali, anche se forse il mio iter accademico e professionale si può definire relativamente ‘classico’.
Data la scarsità di posizioni stabili in questo ambito di ricerca in Italia, dovuta alla limitata attenzione per le tematiche ambientali rispetto ad altre nazioni europee, oltre alla complessità ed aleatorietà del reclutamento universitario, come molti giovani ricercatori ‘in divenire’ ben sanno, è in realtà molto difficile poter definire un iter ‘normale’.
Credo che, anche per una persona molto motivata a percorrere questa strada, per quanto valido possa essere il suo curriculum scientifico, sia in realtà molto importante trovarsi al posto giusto nel momento giusto...
Grillaio maschio in volo
2- Quali sono i progetti su cui stai lavorando e quando pensi di concludere le tue ricerche al riguardo?
Attualmente sto lavorando su numerosi progetti incentrati su biologia, ecologia e conservazione di specie uccelli.
In particolare, ho due grossi progetti attivi, uno prettamente di ricerca di base (progetto PRIN 2017, da poco iniziato), in cui verranno applicate tecniche di genomica e di tracking individuale di ultima generazione per chiarire l’entità delle componenti genetiche e ambientali nel determinare la variabilità del comportamento migratorio.
L'altro più applicato, sulla conservazione del grillaio al margine settentrionale dell’areale di distribuzione (principalmente in Pianura Padana, progetto LIFE FALKON, www.lifefalkon.eu, condotto in stretta collaborazione con i colleghi di ISPRA e del CNR-IRSA, che è il beneficiario coordinatore del progetto).
Si tratta di progetti pluriennali che si concluderanno tra il 2023 e il 2024.
Il gruppo di ricerca sui terrazzi di Matera (archivio LIFE FALKON)
3- Quali sono le ricadute pratiche, dal punto di vista scientifico ma anche gestionale, delle tue ricerche e quale pensi possa essere il loro sviluppo futuro?
Dal punto di vista scientifico, le mie ricerche sono incentrate a chiarire le cause e le conseguenze della variabilità individuale nel comportamento, una componennte di variabilità su cui può agire la selezione naturale.
Sono particolarmente affascinato dal poter seguire gli spostamenti degli uccelli migratori durante tutto il ciclo annuale e dallo studio dei fattori ambientali e genetici che influenzano il comportamento migratorio.
Questo ambito di ricerca è strettamente connesso allo sviluppo tecnologico ed alla miniaturizzazione dei dispositivi di tracciamento individuale.
Al momento, le specie di uccelli su cui possiamo raccogliere informazioni dettagliate relative all’intero ciclo annuale sono ancora relativamente poche, ma è plausibile che in futuro aumenteranno considerevolmente grazie al progresso tecnologico in questo campo, aprendo grandi possibilità all’ampliamento delle conoscenze.
Grillaio maschio con datalogger GPS (archivio LIFE FALKON)
Dal punto di vista gestionale, il progetto LIFE FALKON mira a consolidare lo stato di conservazione della piccola popolazione nidificante di grillaio nella pianura Padana centro-orientale, che potrebbe essere una ‘testa di ponte’ fondamentale per future ulteriori espansioni verso nord della specie, previste in base ai modelli di risposta al riscaldamento globale.
A tal fine, assieme agli amici e colleghi Michelangelo Morganti (CNR-IRSA), Jacopo Cecere (ISPRA) e con la collaborazione di personale ENEL, abbiamo installato quest’anno circa 200 cassette nido su edifici e pali delle linee elettriche e abbiamo costruito 5 piccole torrette in muratura dedicate alla nidificazione della specie (le cosiddette ‘primillares’, già testate con successo in Spagna), sparse tra le province di Mantova, Modena, Bologna e Ferrara.
Nei prossimi anni valuteremo se queste iniziative, mirate ad ampliare la disponibilità di siti sicuri per nidificazione per la specie in quest’area, avranno raggiunto l’obiettivo.
Torretta per la nidificazione del grillaio in Pianura Padana (archivio LIFE FALKON)
Posizionamento delle cassette nido in Pianura Padana (archivio LIFE FALKON)
4- Avrai certamente bisogno di fondi, è difficile ottenerli e da quali settori economici provengono?
E’ molto difficile ottenere fondi per la ricerca di base, soprattutto su bandi competitivi, a causa della grandissima partecipazione dei ricercatori a queste iniziative di finanziamento e dell’assenza di una politica strutturata di finanziamento della ricerca.
I bandi PRIN purtroppo escono con cadenza irregolare e imprevedibile, di solito sono piuttosto esigui come finanziamento complessivo e non esiste una agenzia dedicata alla gestione dei finanziamenti (a differenza degli altri paesi europei).
Per non parlare del carico burocratico opprimente nella gestione dei finanziamenti, decisamente peggiorato negli ultimi anni...in queste condizioni, come puoi immaginare, non è assolutamente facile fare ricerca!
Grillaio femmina con preda
5- Di solito non si lavora mai da soli, con quale team collabori ?
Il lavoro del ricercatore è decisamente un lavoro di relazione e di interazione, in cui le collaborazioni sono fondamentali.
Le idee e le intuizioni migliori di solito emergono proprio dal confronto e dalla relazione stretta con i colleghi, spesso davanti a una birra!
Collaboro in maniera stretta con molti ricercatori, sia in Italia sia all’estero. In particolare, assieme a Jacopo Cecere abbiamo recentemente creato un laboratorio congiunto ‘virtuale’, MOVECOLAB, acronimo per MOvement ECOlogy of COlonial Birds.
Il tema principale su cui lavoriamo è ben descritto proprio dall’acronimo, vale a dire ci occupiamo di ecologia dei movimenti di specie di uccelli coloniali.
In particolare, studiamo come i movimenti di specie di uccelli coloniali dipendono sia dai movimenti e dal comportamento dei conspecifici, con cui condividono il sito di nidificazione e le aree di foraggiamento, sia dal contesto ambientale e dalle condizioni meteoclimatiche.
Le ricerche che conduciamo in questo ambito si basano sull’utilizzo di tecniche di tracciamento individuale dei comportamenti mediante dispositivi di biologging miniaturizzati (piccoli trasmettitori satellitari , nd.r.), che registrano sia gli spostamenti sia altri parametri utili a comprendere il comportamento di volo.
Le specie studiate sono principalmente uccelli marini e il già citato grillaio, del quale stiamo analizzando dati di tracking individuale raccolti in tutte le principali aree di nidificazione europee (Spagna, Francia, Italia, Grecia, Bulgaria).
I miei ambiti di ricerca sono comunque piuttosto eterogenei.
Mi occupo anche di risposte di alcune specie di uccelli al cambiamento climatico, di comportamento riproduttivo e selezione sessuale, di ecologia della migrazione.
Collaboro in maniera assidua con i colleghi ecologi dell’Università di Milano, tra cui Roberto Ambrosini, Marco Parolini ed Andrea Romano, con i quali portiamo avanti ricerche di lungo periodo sulla dinamica di popolazione e sulle storie di vita individuali della rondine, proseguendo la serie storica iniziata dal compianto Nicola Saino quasi trent’anni fa.
Attività di inanellamento di grillai a Matera (archivio LIFE FALKON)
6- Credi che l’opinione pubblica italiana debba essere sensibilizzata riguardo ai temi su cui stai lavorando? E attraverso quali strumenti?
In ambito accademico, sta acquisendo sempre maggiore importanza la cosiddetta attività di ‘terza missione’ (dopo didattica e ricerca), vale a dire l’attività di divulgazione e presentazione al grande pubblico dei risultati delle nostre ricerche.
Sicuramente dovremo quindi impegnarci di più in tal senso.
Lo studio dei movimenti degli uccelli da questo punto è particolarmente adatto a sensibilizzare il grande pubblico perché suscita sempre grande emozione mostrare su un planisfero il tracciato di migrazione di una rondine di 15 grammi (ma anche di un grillaio...) che si muove avanti e indietro dall’Africa sub-Sahariana.
Rotte di migrazione autunnali di grillai europei equipaggiati con GPS e altri trasmettitori satellitari - modificato da Sarà et al. 2019
Così come mostrare i tracciati dei viaggi di foraggiamento delle berte maggiori che si muovono da una colonia del nord della Sardegna verso l’intero Mar Tirreno, spostandosi di migliaia di chilometri per raccogliere cibo per la prole. (vedi l'animazione a questo link https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0003347220301524-mmc1.mp4 - Tratta da De Pascalis et al. 2020, http://dx.doi.org/10.1016%2Fj.anbehav.2020.05.014
Purtroppo non sono un grande esperto di comunicazione (sono decisamente allergico ai social...), ma vedo che i colleghi più ‘smart’ di me usano molto Twitter e siti web dedicati (a breve speriamo anche di avere anche un sito web di MOVECOLAB in cui presentare le nostre ricerche, ci stiamo lavorando.).
Attività di cattura di rondini (foto Jacopo Cecere)
7- Come valuti la “citizen science”, ovvero la partecipazione dei cittadini alla ricerca e al monitoraggio in campo naturalistico? Credi che debba essere potenziata in alcuni settori?
Credo che sia una strumento di coinvolgimento e sensibilizzazione di una potenza incredibile, oltre che impagabile per raccogliere dati di distribuzione e presenza delle specie su vasta scala geografica.
Come consigliere del Centro Italiano Studi Ornitologici (CISO), da qualche anno sono direttamente coinvolto nella gestione del portale Ornitho.it, uno strumento eccellente per la raccolta e la valorizzazione a fini scientifici e di conservazione delle segnalazioni di uccelli (ma anche di altri taxa) in Italia effettuate da appassionati e birdwatcher.
Per fare un esempio della potenza di questo strumento, attraverso Ornitho.it abbiamo raccolto i dati per la realizzazione del secondo atlante degli uccelli nidificanti in Italia, un lavoro enorme che ha coinvolto attivamente migliaia di appassionati in tutta Italia.
Questi strumenti dovrebbero però essere adeguatamente supportati dal punto di vista economico. Abbiamo attualmente a disposizione strumenti già potentissimi.
Attività di inanellamento di grillai a Matera (archivio LIFE FALKON)
Pensiamo ad esempio al portale iNaturalist e alla funzione di riconoscimento automatico delle specie sulla base delle immagini, che io stesso uso molto per imparare a riconoscere le specie di invertebrati (su cui non sono assolutamente esperto) e per contribuire a raccogliere dati di distribuzione e presenza delle specie più comuni.
I costi per lo sviluppo, la gestione informatica e per conservare i dati, il cui volume può essere davvero enorme (pensa che solo in Ornitho.it sono archiviati 18 milioni di dati raccolti da 11 mila iscritti, in continua crescita, e centinaia di migliaia di immagini, video, canti...) sono però elevati, possono arrivare a svariate migliaia di euro all’anno.
Purtroppo, non esistono in Italia canali di finanziamento adeguati per iniziative di questo tipo, e le istituzioni sembrano insensibili a questo immenso patrimonio di conoscenza, partecipazione ed educazione scientifica della cittadinanza.
Ispezione delle cassette nido sui terrazzi di Matera (foto Michelangelo Morganti)
Grazie Diego,
come sai condividiamo la stessa passione per l'ornitologia, per questo motivo ti sono particolarmente grato di aver accettato di collaborare a questa rubrica.
Più che mai sono convinto che il successo della ricerca stia anche nel saperla divulgare, nel coinvolgimento diretto delle persone che non si occupano di ricerca ma che possono beneficiare dei suoi risultati.
Sono d'accordo con te: raccontare la migrazione degli uccelli è qualcosa di veramente straordinario, che ha interessato l'uomo sin dalla notte dei tempi.
Gli uccelli migratori ci raccontano di storie incredibili, di viaggi inimmaginabili, di rapporti con altri continenti che ci stupiscono e affascinano.
Per questo le ricerche come la tua vanno divulgate, spiegate e raccontate al grande pubblico.
Sono contento che ci siano dei progetti di ricerca finanziati di medio periodo anche qui in Italia, una nazione da sempre poco interessata alla natura "extra-umana" e poco incline a progettare il proprio futuro.
Ma spero che le cose cambino presto, è sempre più evidente come le nostre vite siano legate al tutto e il tutto faccia parte di un sistema interconnesso, inesorabilmente.
Ti auguro un buon lavoro e ti seguirò, come sempre, nelle tue interessanti ricerche!
L'espansione del grillaio in Pianura Padana è un fenomeno recente e sconosciuto al 99,9% degli Italiani, ma è un fenomeno di grande interesse, anche in rapporto ai cambiamenti climatici, ceh ci coinvolgono tutti.
Aspettiamo con ansia i primi grillai in arrivo dall'Africa...
Qui https://www.unimi.it/it/ugov/person/diego-rubolini puoi trovare molte informazioni sull'attività di Diego Rubolini, ma soprattutto potrai approfondire le ricerche che ha pubblicato consultando questo link
Alcuni link utili
Progetto LIFE FALKON, www.lifefalkon.eu
Progetto PRIN https://prin.miur.it/index.php
ISPRA - CNI
Portale ORNITHO.IT https://www.ornitho.it/
Portale iNaturalist https://www.inaturalist.org/
Un articolo pubblicato da MOVECOLAB
https://movementecologyjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40462-020-00206-w
Se hai letto fino qui, se ha toccato corde sopite, ecco:
regalami un piccolo commento.
Sarà per me un regalo, che serberò nel bagaglio dei miei ricordi.