Lyon è famosa soprattutto per la sua festa delle luci, una manifestazione che prese avvio dopo la peste del 1852, per inaugurare la statua dorata della Vergine, posata sulla collina di Fourviére.
"Lyon Ville Lumières" era il titolo che avevo dato al viaggio di dicembre, organizzato in occasione della festa delle luci edizione 2022.
Come altri viaggi, mi interessava portarvi a scoprire un territorio con la sua storia e i suoi paesaggi naturali.
Credo sia stato un viaggio affascinante, intanto perchè siamo andati alla scoperta di un territorio, al di fuori dei quartieri lionesi, sconosciuto a noi Italiani.
Al di là del credo di ognuno, la bellezza di questo allestimento ci ha stregati, i lumini colorati ricordano quelli posti sulle finestre, sotto un cielo di stelle che stelle non sono.
Siamo nella cripta della basilica di Notre Dame de Fourviére, il presepe rappresenta molti santi e padri della Chiesa.
Si sale lungo le gradinate che un tempo accolsero migliaia di Celti romanizzati: sono le gradinate del teatro romano, costruito intorno al 17 a.C. sulla collina di Fourviére.
Lyon è ricca di vestigia storiche che si sovrappongono, che si intrecciano e trasmettono all'osservatore un fascino assolutamente unico.
Si scende con la funicolare, non solo una delle attrazioni della città, ma anche un mezzo di trasporto efficiente e, soprattutto, panoramico.
E che dire delle sue carrozze vintage? Io direi "stupende"!
Intorno alla città il paesaggio cambia, le colline moreniche, formate dagli antichi ghiacciai alpini, hanno scolpito gli altopiani calcarei.
Lungo i secoli l'uomo ha modificato il paesaggio adattandosi alle forme e alla geologia del luogo. Il risultato è sotto gli occhi di chi sa osservare.
Muretti a secco, stradine che bordano piccoli prati e boschi, un rudere invaso dalla vegetazione.
L'inverno nel Dipartimento del Rodano è suggestivo e rilassante.
Andremo a scoprirlo ammaliati da tanta discreta bellezza.
Bisogna saper cercare, ma quando si arriva in questo luogo così sperduto, la curiosità è al massimo.
Cosa si cela al di là di quel passaggio?
Non è una cappella votiva, ben sì una ghiacciaia, all'interno c'è un pozzo scavato per custodire la neve e, perciò, conservare gli alimenti al tempo in cui il frigorifero non era neanche un'ipotesi.
La galaverna ricopre tutto, l'inverno può essere pungente, ma rende questi luoghi veramente suggestivi.
Dall'alto dell'altopiano di Larina, dove i Celti scelsero di abitare per lungo tempo, si scorge un piccolo lago immerso nella foresta di querce.
Ah, il tempo è tiranno, ma certo che ci piacerebbe andare fino laggiù!
Sarà per un'altra volta, magari in primavera.
Una piccola ritenuta d'acqua forma uno stagno coperto dalla lenticchia palustre. Che calma, che colori, che silenzio in questo luogo.
Gli strati di calcare formano dei gradini su cui si affacciano querce e pioppi, il luogo ha qualcosa di antico e misterioso, che stimola la voglia di scoperta.
Ma in realtà il luogo è straordianrio per un'altra presenza...
Una presenza elusiva ma non invisibile, a ben guardare.
Il castoro si è lasciato intravvedere per un momento, ma le tracce del suo pasto sono dappertutto intorno al lago.
Una presenza rara, eccezionale per noi Italiani, che l'abbiamo persa da tempo.
A ognuno di noi, probabilmente, sono tornati in mente ricordi d'infanzia, perchè il castoro è sempre stato un animale emblematico, anche se il costruttore di dighe dei nostri ricordi è in reltà quello americano.
Molte sono le cose eccezionali che abbiamo visto durante il nostro viaggio.
Una di queste è conservata nella chiesa abaziale di Saint-Chef, costruita in epoca romanica.
Abbiamo avuto l'opportunità di osservare antichi affreschi del X secolo di chiara ispirazione bizantina, un eccezionale patrimonio d'importanza assoluta in Francia e in Europa.
Affascinante pensare che queste pareti siano state dipinte mille anni fa e siano state segretamente conservate, quasi dimenticate perchè, sotto certi aspetti, eretiche.
Il castello di Vertrieu domina il paese e il fiume Rodano, che scorre poco lontano.
Le sue torri incombono su di noi al nostro arrivo, il cielo plumbeo aumenta l'impatto severo e minaccioso di queste mura.
L'atmosfera ci tuffa di colpo in un'altra epoca, il bosco selvaggio ci circonda, il Medioevo pare essere ancora presente.
E certamente lo è nel nostro vissuto.
Un viaggio che ci ha lasciato molti ricordi e la nostalgia di tornare, magari in una stagione più solare e luminosa, che amplifica il fascino di questa terra.
L'antico convento fortificato di Cremieu è senz'altro un luogo attraente e seduttivo.
Le sue mura antiche e diroccate, il mosaico di alberi e rocce e prati, trasmettono al nostro occhio vibrazioni uniche.
Ebbene, credo sia un luogo da rivedere e godere ancora una volta, perciò ho in programma di tornarci ad aprile.
Se volessi condividere con me la prossima esperienza di viaggio in Isère, puoi dare un'occhiata al programma di viaggio.
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