Trovo ora il tempo di scrivere, dopo alcuni giorni dal nostro ritorno da Hortobagy, dove siamo stati dal 14 al 17 ottobre scorsi.
Il viaggio è stato organizzato da me insieme a Avventura Sport, agenzia con la quale ho iniziato a collaborare da poco.
Partiamo da Milano, Venezia, Roma e Zurigo, siamo in 9 fra cui Paolo Mancardi, Simone Grossule e compagna, Sandro Gismondi, i due fratelli Darpin, Mauro e Claudio, Laurenzia Manzoni e Mara Baldissera.
In sei ci troviamo all'aeroporto di Budapest a fine mattinata, dovremo attendere Mauro e Roberta a causa di vari disguidi che il viaggiare porta con sé.
Per non perdere tempo, recuperato il minibus, partiamo in direzione Sud - Est, verso il Kiskunsàg National Park, alla ricerca delle otarde.
Siamo in zona e ci fermiamo in uno degli hotspot segnalati, dove non ci sono le otarde ma possiamo avere già un assaggio di quel che ci aspetta: aquila di mare, aquila imperiale, averla cenerina, tutte distanti ma ben visibili. Chi ben inizia...
Rientriamo verso l'aeroporto e voilà, Paolo scorge in un campo le otarde! Ci fermiamo, ne conteremo 58, non troppo vicine ma nemmeno così lontane, si lasciano osservare in tutta tranquillità.
Recuperiamo Mauro e torniamo dalle otarde, che sono sempre lì e sul pomeriggio tardi si stanno radunando. Lì incontriamo un gruppo di birder... Italiani, manco a dirlo! Fabio Piccolo, Maurizio Limarrilli, Franco Salvini e compagni, dal Veneto.
Rientriamo in aeroporto, recuperiamo Roberta e via verso Est, Hortobagy ci aspetta.
Il secondo giorno l'alba ci accoglie con un via vai delle gru che dai dormitori, a migliaia, si spostano verso i campi, verso Nord - Est, insieme alle oche, ai colombacci e ai fringillidi che migrano verso Sud. Il sole basso all'orizzonte e la nebbia sui campi rendono il tutto esageratamente struggente.
Incontriamo la nostra guida, Daniel, che ci accompagnerà per due giorni alla scoperta del parco nazionale e dei suoi dintorni.
Le prime aquile di mare le osserviamo poco dopo, in un campo allagato, fra oche, cormorani, germani reali, etc... proseguiamo verso Ovest, fra le lagune e le vasche di itticoltura. Aquile di mare, limicoli tra cui una pittima minore, svassi maggiore, piccolo e tuffetto, garzette e aironi bianchi, guardabuoi... piove a tratti ma non così tanto da impedirci di fare BW.
Breve tappa al piccolo centro visite di Hortobagy Halastò, nelle vasche vicine osserviamo fra gli altri spatole, marangone minore, falchi di palude, fischioni.
Pranzo in un ristorante tipico a Hortobagy villaggio e poi proseguiamo verso Debrecen, alla ricerca dei picchi. Nei boschi a Nord della città osserveremo picchio rosso maggiore, mezzano e minore sullo stesso albero!
Rientriamo verso "casa" non prima di fare un salto a osservare il picchio rosso di Siria, fra le case e a pochi metri dal dormitorio dei gufi comuni che, sornioni, ci osservano senza "battere ciglio".
Lunedì sveglia sempre all'alba, ci godiamo ancora il passaggio delle gru e poi partiamo verso Sud Ovest, alla ricerca del sacro, altra specie target del viaggio. Ne osserveremo due, molto distanti, lungo le linee di alta tensione, sui cui tralicci sono stati installati i nidi artificiali. Di contorno le gru nei campi, falchi di palude, pavoncelle e gli immancabili corvi comuni.
Ci inoltriamo quindi nel cuore del parco, il terreno è abbastanza asciutto, la pioggia di ieri non ha cambiato di molto la situazione dei giorni precedenti, anche qui la siccità si è fatta sentire.
In mezzo alla puszta, alle vacche e alle pecore, andiamo alla ricerca dei tortolini, che troveremo (19 individui), come sempre abbastanza confidenti. Una prima albanella reale, aquile di mare e imperiali fanno da "contorno".
Facciamo ancora una tappa presso alcuni bacini seminaturali gestiti per l'itticoltura, migliaia di oche, centinaia di limicoli (piovanelli pancianera, corrieri grossi, chiurli), alzavole e germani, qualche mestolone.
E' ormai ora di spostarci a Nord, verso uno dei dormitori delle gru che, in questi giorni, hanno fatto segnare uno dei record per il parco: oltre 182.000 individui stanno sostando, record poi superato nei giorni successivi (194.750 individui il 21 ottobre!!!). Il sole sta calando, saliamo sulla torre di osservazione non prima di aver "twitchato" il basettino.
Le oche sono le prime a spostarsi, se ne vanno come se dovessero lasciare il posto alle gru, ma in realtà partono per andare nei prati a mangiare: oche selvatiche a migliaia e alcune decine di oche lombardelle.
Le gru stanno arrivando e lo faranno per oltre un'ora, lasciandoci (quasi tutti) senza parole, in un'estasi collettiva e intima che nessuno di noi dimenticherà mai... moltitudini in volo, linee fluttuanti che si spostano vocianti e che, prima lontane, si avvicinano fino a scomparire fra le canne che bordano la laguna... quarantamila, forse più, sono solite dormire in questa zona, sembrano arrivare da ogni dove e chissà quanti chilometri hanno percorso, pare che arrivino dalla steppa infinita. Vorremmo che lo spettacolo non finisse mai ma, alla fine, ormai a buio, la maggior parte delle gru è arrivata.
Rientriamo, un po' frastornati da quella moltitudine... nel cuore la percezione che sì, torneremo certamente.
Martedì mattina, all'alba naturalmente, ci godiamo il passaggio delle gru e poi via verso le aree dove ci sono i sacri, la fortuna (e non solo quella) ci assiste e li vediamo un po' più vicini, anche la coppia insieme. Impressionante la differenza fra loro e i gheppi che li mobbano.
E poi, mentre ci spostiamo alla ricerca dei basettini, avremo la fortuna di osservare vicinissimo un immaturo di aquila imperiale, e poi un'aquila di mare... finalmente anche i basettini si fanno osservare da vicino, prima un po' infrattati e poi in volo...
Rientriamo verso Budapest ma non prima di aver fatto tappa ancora una volta dalle otarde che, abitudinarie, sono sempre là. Chiudiamo così, in bellezza, questo viaggio che rimarrà, ne sono sicuro, nel cuore di tutti noi.
In totale 89 specie, non tantissime ma alcune "di peso", fra cui tutte le specie che ci eravamo posti come obiettivo: otarda, aquila di mare, aquila imperiale, sacro, basettino, picchio rosso di Siria e poi picchio rosso mezzano e tante altre specie.
Come sempre nei miei viaggi non si punta al twitching spinto, ma soprattutto a godere dei paesaggi, degli ambienti e delle specie che in essi vivono, e credo ci siamo riusciti anche questa volta.
Un grazie particolare a chi ha partecipato, serberemo per sempre il ricordo di questo viaggio.
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