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QUANDO PARTONO LE GRU?


"Prima che partano le gru" era il titolo del viaggio di metà ottobre, finalizzato proprio ad anticipare la partenza, dal sito di roosting di Hortobagy, della maggior parte delle circa 150.000 gru che là si radunano fra la fine di settembre e la fine di ottobre.

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Adesso, appena tornati dal nostro secondo viaggio ungherese, posso rispondere alla domanda: quando partono le gru?

Quest'anno sono partite intorno al 20 ottobre, una decina di giorni prima del "previsto".

 

 

 

 

Infatti, mentre eravamo ancora in aeroporto, mia moglie mi scriveva da casa: "stanno passando le gru!", suscitando nel nostro gruppo l'ilarità generale, dal momento che i voli per Milano erano sospesi per problemi tecnici; le gru ci avevano anticipato!

 

Anche quest'anno l'esperienza è stata emozionante: appena arrivati all'alba nei pressi del dormitorio un rumore di fondo, impressionante, faceva da cornice ai versi ripetuti dei gruppi in volo, mentre passavano dappertutto intorno a noi.

 

 

 

Lunghe file di uccelli si dipanavano nel cielo, in un susseguirsi che sembrava non avere fine.

 

Man mano che gli uccelli partivano dal dormitorio, la luce del sole rischiarava il cielo, facendo da sfondo a uno degli spettacoli più belli che la natura possa offrire.

 

 

Geometrie fluttuanti si stagliavano nella luce del mattino, quante erano, dove andavano, cosa si dicevano le gru nell'eccitazione del volo?

 

Infine, nel freddo intenso dell'alba, il flusso apparentemente diminuisce, sebbene dalla palude echeggi ancora lo stesso intenso vociare, fatto di decine di migliaia di gru che si chiamano, comunicano, si preparano a volare verso le aree di alimentazione.

 

Una volta rientrati al nostro lodge, altri scenari affascinanti ci attendono.

 

 

 

Più a Nord ancora ecco invece le linee moderne e avveniristiche del quartiere europeo, dove si specchiano le vetrate del palazzo del Parlamento.

 

Ma Hortobagy non è solo gru.

Sono moltissime le specie presenti e alcune, come le oche, sono numerosissime: oche selvatiche e oche lombardelle, fra loro alcune oche granaiole, uccelli che hanno già percorso migliaia di chilometri per arrivare nella steppa ungherese, dove rimarranno fino a che non arriverà la prima ondata di gelo dalla Russia.

 

Il Parco Nazionale prende il nome dal paese di Hortobagy, piccolo e caratteristico villaggio della puszta.

Nell'area protetta molte aree sono accessibili, mentre alcune sono interdette per ovvi motivi.

(Sul pannello: Parco Nazionale, tutelare i valori della natura!)

 

 

Tuttavia, in alcuni luoghi strategici, è possibile utilizzare delle torri di avvistamento, ampie e solide, dalle quali si domina il paesaggio intorno.

 

La nostra giornata prosegue alla ricerca di specie localmente rare, come il piviere tortolino, oppure nell'osservazione emozionante di aquile imperiali e falchi di palude.

 

 

 

Ma uno dei momenti più concitati l'abbiamo vissuto quando è comparso davanti a noi un falconide, grande, chiaro, una delle specie target del nostro viaggio: il sacro, uno dei rapaci più rari in Europa!

 

Anche se lontane, le otarde ci emozionano anch'esse, con la loro mole, il loro incedere maestoso, i loro colori screziati che stupiscono per la bellezza ed eleganza.

 

Il nostro viaggio prosegue, le giornate si susseguono alla ricerca di specie elusive come il gufo comune: nel centro del paese dove siamo alloggiati, una ventina di gufi si radunano il mattino per trascorrere in tranquillità la giornata.

La gente intorno non si cura di loro e neanche troppo di noi, mentre con cannocchiali e macchine foto ci agitiamo nell'immortalare questi bellissimi animali.

 

Ma l'eccitazione è al massimo quando riusciamo a osservare il basettino, uno dei più belli e rari passeriformi europei, un dipinto della natura che ha poche imitazioni.

La nostra curiosità però non si limita alla ricerca di specie rare: anche un "comunissimo" corvo attira la nostra attenzione, poiché qui è specie abbondante ovunque, con concentrazioni serali di migliaia di individui.

Finalmente un "vero" corvo!

 

Ovviamente l'Ungheria non è solo avifauna, ma è terra di antiche tradizioni, di moderne strutture e di antiche usanze.

 

Dagli edifici più importanti, come il tempio riformato di Balmazujvaros, emerge la storia dell'impero austro-ungarico e delle tradizioni del popolo delle steppe.

 

Anche il municipio dimostra il gusto per il bello e l'ambizione che gli Ungheresi hanno nel curare il loro patrimonio culturale.

Nei giardini intorno le donne sono intente a ramazzare le foglie cadute, una corvée collettiva che ha il sapore di altri tempi.

 

 

 L'ambizione c'è anche nel gestire il patrimonio zootecnico, frutto di secoli di selezione e ancora oggi orgoglio di queste terre, come lo è la grigia ungherese, dalle corna affilate e "monumentali".

 

 Alla quale si affianca, in un contrasto cromatico estremo, il bufalo, nero come la pece.

 

 

Il nostro viaggio, durato quattro giorni, sta per terminare e quindi cerchiamo di cogliere tutte le opportunità che questa terra ci può offrire dal punto di vista naturalistico.

Al tramonto le gru, dopo una giornata passata nei campi, rientrano, a migliaia, al dormitorio.

Questo è un altro dei momenti più intensi che si possono vivere in Ungheria.

 

L'emozione è tanta ed è amplificata dal sorgere della luna all'orizzonte. Che momento indimenticabile!

 Attimi che serberemo con piacere e nostalgia nei nostri cuori, non siamo ancora partiti ma avremmo voglia di restare, se non già di tornare.

Una volta rientrati in aeroporto, fra una folla di umani che ci frastorna dopo questi giorni passati negli spazi infiniti della puszta, ci accolgono queste fotografie, immagini che leniscono la nostalgia della partenza.

Arrivederci Ungheria!

 

 

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Questo viaggio non sarebbe stato possibile se non ci fossero stati Anna, Lorenza, Paola, Patrizia, Daniele, Gaudenzio, Franco e Sergio. Un grazie di cuore va a loro.

 

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Il viaggio è stato organizzato insieme a Fabrizio e Fulvia Bruno di Avventura Sport. Un grazie particolare va a loro.


 

 

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foto Laurent Carré 2014

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Luca Francesco Maria Giraudo

 

Ornitologo - International Mountain Leader - Accompagnateur en Montagne BE France - Accompagnatore  Naturalistico Regione Piemonte - Accompagnatore Turistico - Istruttore nazionale Nordic Walking SINW

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 Ultimo aggiornamento: 17 dicembre 2024