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IN VIAGGIO IN TUNISIA


 Toujane, piccolo paese del Nord Est della Tunisia

 

 

 

Sono tornato da pochi giorni dalla Tunisia, dove ho trascorso una settimana fra città, campagne, laghi oasi e deserti, alla ricerca dell'avifauna, alla scoperta dei suoi ambienti naturali, incuriosito dalla sua storia, dalle persone incontrate e dal differente modo di vivere. 

Ho scoperto così un Paese per me inedito, interessante e piacevole, estremamente vario e, in alcune occasioni,  stupefacente.

 

Il viaggio è stato organizzato insieme a Fabrizio Bruno, di Avventura Sport, grande conoscitore di questa terra, immersa fra Mediterraneo e Sahara.

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La Tunisia è a poco più di un'ora di aereo dall'Italia, anzi, si trova più a Nord di alcune isole circumsiciliane. E' anche per questo che il suo clima è molto vario e, in inverno, non così torrido.

La parte settentrionale del Paese è interessato da piogge autunno -primaverili anche intense, che permettono un'agricoltura estesa a ortaggi, prati stabili, uliveti.

 

L'estate è torrida anche qui e seleziona ovviamente le specie che è possibile coltivare, ma la presenza di acqua, in profondità o in superficie, rende possibile la vita di uomini, animali e piante.

 

 

 

Ma certamente è il deserto di sabbia, l'erg sahariano, che affascina, alla luce del tramonto. Immenso, silenzioso, "vuoto" e essenzialmente inospitale.

 

 

 

Se non fosse per le falde acquifere o i pozzi, questo ambiente non sarebbe abitabile dall'uomo.

 

Eppure sin dall'antichità è percorso dalle carovane e i Romani, conquistata la terra dei Punici, si insediarono alle sue porte per controllare i traffici commerciali ed eventuali minacce.

 

Lo ksar Ghilane testimonia secoli di storia.

 

 

 

 

La nave del deserto non  può mancare in questo paesaggio e sebbene i dromedari siano tutti allevati, mantengono un'aura di selvaticità veramente affascinante.

 

 

L'acqua che sgorga in mezzo al deserto è un miracolo che lascia stupefatti. Questo pozzo, che sgorga dal nulla, crea un rio e un lago assolutamente improbabile, dove si fermano limicoli e altri uccelli durante la loro sosta nel deserto.

 

Così, anche alla base dell'Atlante, la catena che attraversa il Nord Africa dal Marocco alla Tunisia, l'acqua sgorga copiosa e crea le oasi, dove vivono gli uomini e dove coltivano la palma da dattero, ma non solo.

 

 

 

Il Mediterraneo è anch'esso parte di questo Paese e ha influito moltissimo sulla sua storia naturale e umana. Ancora oggi la Tunisia è meta di un turismo balneare diffuso, che alimenta l'economia locale.

 

 

 

 

E sul mare vivono ancora i pescatori che, all'alba, sono di ritorno dalla pesca al largo. Una piccola barca solca le onde passando di fronte al disco infuocato del sole.

 


Ma il nostro viaggio aveva come obiettivo prioritario l'osservazione dell'avifauna che in Tunisia, posta fra le rotte africane ed europee, vicina al Mediterraneo ma in buona parte desertica, è particolarmente interessante.

 

A cominciare da una delle specie iconiche per chi viaggia alla scoperta dell'avifauna del mondo, il codirosso algerino.

 

Era certamente una delle specie target e si è fatta desiderare un po' ma, alla fine ci ha dato moltissime soddisfazioni.

 

Questo piccolo passeriforme sembra disegnato da un artista o, meglio, un artista potrebbe prendere spunto da questa tavolozza di colori, dall'armonia fra il nero, il rosso e il bianco, segnali visivi ben distribuiti fra il piumaggio del maschio. 

 

 

La femmina è anch'essa colorata ma con toni molto più sobri e un'eleganza più discreta.

 

 

 

Chi invece veste il bianco e il nero, come un frak per le grandi occasioni, è la monachella nera testa bianca, una delle specie che vivono nel deserto, fra rocce e arbusti, alla ricerca di insetti e scorpioni.
 

 

Chi invece scova semi e parti di vegetaIi, nel deserto roccioso, è lo zigolo delle case, chiamato così perché in Nord Africa gli antichi villaggi sono ancora in pietra e legno, ricchi di anfratti per nidificare o cercare di che vivere.

 

Un ciuffo irriverente disegna il profilo della cappellaccia di Thekla, abitatrice del deserto e, in questo caso, dei ruderi del forte romano di Ksar Ghilane, un'oasi in mezzo al deserto tunisino, un tempo porta d'ingresso verso il Sahara.

 

Sempre nel deserto vive questa bellissima allodola beccocurvo, con il quale scava fra le immense distese di pietre e sabbia, alla ricerca di invertebrati.

 

Più schivo ma pur interessante è il garrulo fulvo, insettivoro che preferisce correre alla ricerca di insetti. Qui ci tiene d'occhio poco prima di involarsi e fuggire.

 

 

 

Una delle specie più visibili è senz'altro l'averla maggiore, un altro insettivoro per nulla diffidente, bellissimo nella sua livrea tricolore. 

 "Ti ho visto!", sembra dire questa civetta che, in ogni caso, ci controlla mentre la fotografiamo. Un uccello mitico che abbiamo osservato fra le rovine romane di Cartagine.

 

Per legare l'avifauna alla storia della Tunisia non c'è nulla di meglio che andare a visitare i mosaici della villa romana di Cartagine, l'antica città punica poi ricostruita dai suoi invasori. 

 

Il circo romano, interessante per le sue prospettive, lo è anche per la sua avifauna, "custode" di queste rovine.

 

 

 

Roma è ancora presente in questa terra grazie ai monumenti che ancora svettano sulle case delle città tunisine, come qui a El Jem: l'anfiteatro in fotografia è il più grande dell'Africa del Nord e poteva accogliere fino a 35.000 persone.

 

 

 Il monumento è una copia del Colosseo e doveva dimostrare la potenza della città di Thysdrus. Fu costruito intorno al 238 d.C e ancora oggi è emozionante entrare fra le sue arcate imponenti.

 

Molto più discreta la porta di accesso allo Ksar Ghilane, l'avamposto in mezzo al deserto che doveva difendere i confini meridionali dell'impero.

 

La Tunisia è, ovviamente, anche moderna e Tunisi, la capitale, abbraccia con le sue candide abitazioni i laghi che un tempo erano immersi nella campagna: bacini d'acqua dolce che ospitano d'inverno decine di migliaia di anatidi e altri uccelli acquatici. 

I suoi dintorni sono affascinanti anche per le sue architetture, come qui a Sidi Bou Said, uno dei villaggi più visitati della Tunisia, dove il bianco e il blu sono indissolubilmente legati.

 

Qui si possono ammirare i prodotti, semplici e banali o ricercati, dell'artigianato tunisino.

Anche qui la tecnologia sta prendendo il sopravvento su antiche abitudini. I vecchi giocano ancora per strada, seduti per terra, ma la generazione appena successiva si sta già adeguando. Rimane ancora intatto il rito del caffè turco...


 

Dopo le veloci suggestioni che Ti ho proposto, non c'è foto più adatta di questa: il tramonto divide le due immensità dell'orizzonte: il cielo e il deserto.

Il silenzio permea le nostre anime, il viaggio è anche nel nostro profondo infinito.

 

 


 

Questo viaggio non sarebbe stato possibile se non ci fossero stati Laurenzia, Paola, Ornella, Laura, Anna, Ernesto, Massimo, Gaudenzio, Stefano, Franco e Sergio. Un grazie di cuore va a loro.

 

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Il viaggio è stato organizzato insieme a Laura Osti, Fabrizio e Fulvia Bruno di Avventura Sport. Un grazie particolare va a loro.

 

 


 

 

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foto Laurent Carré 2014

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Luca Francesco Maria Giraudo

 

Ornitologo - International Mountain Leader - Accompagnateur en Montagne BE France - Accompagnatore  Naturalistico Regione Piemonte - Accompagnatore Turistico - Istruttore nazionale Nordic Walking SINW

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 Ultimo aggiornamento: 22 gennaio 2025